La Giunta della Regione Puglia ha approvato, il 10/11/2015, il disegno di legge che introduce il Reddito di Dignità “ReD”. Il provvedimento si pone l’obiettivo di contrastare la povertà e l’esclusione sociale.
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, incontrando i giornalisti, ha così spiegato la misura adottata:
“La misura prevede fino a un massimo di 600 euro al mese, per 20.000 famiglie, corrispondenti a circa 60mila pugliesi, ogni anno. Nell’arco di 5 anni si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione pugliese che oggi si trova sotto la soglia di povertà. Il Reddito di Dignità non è una misura assistenziale o una forma di beneficenza. È un patto che coinvolge tutto il nucleo familiare, in cui si mette a disposizione il proprio tempo per svolgere un’attività concreta, che sia di formazione, di riqualificazione professionale o la disponibilità a svolgere mansioni di utilità sociale. […] Per usufruire del reddito di dignità ci saranno delle regole severe da rispettare, l’osservanza del patto è la chiave per riagganciare, attraverso questa via, un’attività nella vita della comunità. […] Ciascuna erogazione sarà effettuata con l’aiuto del welfare regionale e comunale e dei centri per l’impiego. Si tratta di mettere a regime questo sistema, che in altri Paesi europei è già collaudato, e sono felice che in Italia sia una regione del Mezzogiorno a costruire per la prima volta un percorso simile”.
La proposta di legge regionale rientra nell’ambito della strategia europea per il contrasto alla povertà. In particolare, la Raccomandazione del 3 ottobre 2008 della Commissione Europea (n. 2008/867/CE), prevede una strategia basata su tre pilastri: supporto al reddito adeguato, mercati del lavoro inclusivi e accesso a servizi di qualità.
Le principali caratteristiche del Reddito di dignità:
- si propone di essere universalistico: in una prima fase di implementazione è assegnato a tutte le famiglie con risorse economiche inferiori alla soglia reddituale e patrimoniale (ISEE < 3000 euro) e in condizioni di specifica fragilità economica e sociale (giovani e giovani coppie con figli minori, disoccupati, famiglie numerose), per verificare successivamente la possibilità di estendere la platea di beneficiari.
- è uno strumento di inclusione attiva: accanto al trasferimento monetario si prevede un programma di inserimento sociale e lavorativo e l’accesso ad opportunità formative. Il percorso di inclusione attiva, oltre ad avere una funzione di deterrenza rispetto a dichiarazioni non veritiere sullo stato di disagio economico familiare, colloca la misura nel quadro della strategia europea per l’inclusione sociale.
- è condizionato ad un patto di inclusione sociale sottoscritto tra il soggetto beneficiario e l’Ambito territoriale sociale di riferimento.
- è stabile nel tempo (si prevede uno stanziamento di risorse per cinque anni), ma è disciplinato in modo che a livello individuale si eviti la “trappola della povertà”: è sospeso dopo 12 mesi, ma può riprendere dopo un periodo di interruzione. Sono previsti meccanismi per disincentivare comportamenti opportunistici ed elusivi (clausole di sospensione e revoca).
Per ulteriori informazioni è possibile leggere i testi integrali del comunicato stampa della Regione Puglia e del disegno di legge al seguente link: “Reddito di Dignità. Giunta regionale approva ddl. Dichiarazioni Emiliano“.
Fonte: www.regione.puglia.it – PressRegione Agenzia Giornalistica